Cosa succede se un dente che dobbiamo curare ha un apice di dimensione importante, cioè > #60 ?
In queste situazioni è consigliabile cercare di avere il controllo della componente apicale mediante la compattazione di un materiale idraulico che serva per creare un "tappo personalizzato".
Sul mercato attualmente ci sono diverse tipologie di materiali appartenenti alla famiglia delle bioceramiche. Il più celebre e anziano di questi è il Mineral Trioxide Aggregate (M.T.A.) che ha a disposizione una vasta letteratura sugli effetti a breve e lungo termine.
Gli altri più "giovani" sono invece i bioceramici di seconda generazione, sia in formulazione Sealer (cemento canalare) sia RRM (Root Repair Material, materiale di consistenza solida o putty). Quest'ultima tipologia è utilizzata come alternativa all'MTA nei casi di apici aberranti e fortemente riassorbiti, con diametri apicali elevati e nei casi di apicectomia.
Sia l'MTA sia i bioceramici sono ampiamente dimostrati come efficaci e sicuri e in grado di sviluppare tessuto osseo sulla loro superficie.
Nel caso che presenterò oggi, l'incisivo centrale mascellare di sinistra #21 è stato sottoposto a ritrattamento canalare con gli strumenti XP Endo Shaper e XP Endo Finisher (FKG Dentaire SA, Crêt-du-Locle 4. CH‑2304 La Chaux‑de‑Fonds, Svizzera).
Dopo la fase di sagomatura e detersione, il diametro apicale finale riscontrato era superiore a #80 (gauging) e per questo motivo, come descritto precedentemente, è stato deciso di effettuare un Apical Plug, in questo caso con Aureoseal MTA (OGNA Lab, Muggiò, Italia) per 4 mm apicali e successivo back-filling in guttaperca.
Terminata tale procedura, è stato applicato un fondino di 3 mm in cemento vetroionomerico al di sopra della guttaperca stessa e, per risolvere la discromia radicolare iniziale, è stato inoltre posizionato uno sbiancamento interno (perborato) per migliorare la resa cromatica in ottica della riabilitazione protesica definitiva.
Dopo 7 giorni, è stato rimosso il materiale sbiancante e posizionato idrossido di calcio per tamponare l'acidità (Ultracal XS, Ultradent, Corsico, Italia).
Trascorse altre 2 settimane, si procede con la rimozione della corona ormai incongrua della paziente, e ricostruzione del moncone e cementazione adesiva di un perno in fibra di vetro.
A questo punto è stato limato il moncone e applicato un provvisorio in resina e ribasato secondo la tecnica BOPT. Ciò è servito per migliorare l'architettura gengivale.
Infine, dopo circa 4 mesi di maturazione dei tessuti gengivali, si sono prese le impronte definitive per la realizzazione della corona (Laboratorio Franco Pozzi&C S.N.C., Parma)
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